Note di critica tratte dal volume:

“Alfiero Nena, l’ombra e la grazia”

a cura di L.Bortolatto. Ed.Gutenberg. Roma.

“La vasta cultura di Nena, comprendente naturalismo, liberty, espressionismo, gotico, romanico, il neo-romanico rinascimentale e barocco, i suoi maestri recenti o contemporanei, hanno consentito a Nena una spontaneità che un controllo di forme lineari, geometriche, plastiche soccorre invece di contrapporsi. E soprattutto gli hanno permesso di affrontare questo lavoro problematico per il quale viene ora soprattutto riconosciuto; e che l’arte sia un lavoro fisico e diretto che serve al committente e alla società non si dovrebbe dimenticare mai. Nelle commissioni religiose che hanno dominato gli ultimi anni della sua opera sembra che deliberatamente scelga citazioni, non ovvie ma chiaramente indovinabili, per staccarsi dai ritmi banali del mercato artistico, dello spettacolo della moda, senza mai ridursi a uno storicismo timido o convenzionale.

Al contrario della scelta formale giottesca che mi pare condizioni molto l’arte religiosa dei nostri tempi, Nena propende generosamente per il gotico più estroverso dei germanici, probabilmente attraverso la cultura di Giovanni Pisano. Lo scultore gli ha fornito il crocifisso con le braccia in un V atroce, torchiate dietro e in su, molto diverse dall’orizzontale ponderoso della tragedia di Giotto. Lo trasforma e qui dimostra la creatività artistica di un autore ben addentrato nella storia capace di invertirla …”

Robert Gibbs