20Monumento ai caduti
di Alfiero NENA
di Luigi Matteo
Il bozzetto di questo monumento fu eseguito nel 1981 in plastilina, prima in bassorilievo (cm.110×17) e poi in tutto tondo (cm.300x150x90). L’opera si presenta densa di simboli e di significati.
Il soldato immolato alla patria è ormai allo stremo. Un bambino tenta di sorreggerlo, ma è troppo piccolo per essergli di un qualche aiuto. La scena è troppo viva per non essere autobiografica. Si affollano nella mente del Nena mentre aggiunge, toglie e modella la plastilina i ricordi tumultuosi di bambino . Un bambino che ha visto con i propri occhi cose molto più grandi di lui, tutte intrise di una crudeltà e di una cattiveria inaudite. I tedeschi i fascisti e i partigiani, le bombe, pippo,il bombardamento di Treviso. Il ragazzo non percepisce appieno quel che sta accadendo (e chi lo capiva?) Si lascia permeare dai racconti degli adulti, specialmente di quelli di Gianni Cavasin un amico di famiglia che racconta dei patimenti nei campi di concentramento, dell’annientamento della persona umana, della fame sofferta in quei luoghi dove ci si ammazzava per una buccia di patata. Questi parlava già di forni crematori, di saponette umane, di morti atroci. E intanto il suo papà viene mandato a lavorare in Germania, con tutte le incognite che questo comportava.