La presentazione alla LUMSA di Roma della monografia “Alfiero Nena, opere scelte 1955-2020” curata dal critico e Storico dell’arte Luca Nannipieri.

La prestigiosa opera e la giornata di studi sono state promosse ed organizzate dal Centro Fidia–Museo Nena e dagli eredi al fine di dare nuova luce alla figura dello scultore Nena nato a Treviso nel 1933 e morto a Roma nel 2020 nel IV Municipio dove è vissuto per sessant’anni.

Il saluto inaugurale del Rettore Magnifico della LUMSA Francesco Bonini

Introduzione e saluti
Francesco Bonini Rettore LUMSA
S. Em. Salvatore De Giorgi Cardinale e Arcivescovo emerito di Palermo
Luigi Matteo, Museo Nena
Massimiliano Umberti Presidente IV Municipio
Anna Paola Tantucci Presidente EIP Italia (Scuola Strumento di Pace)
Mons. Renzo Giuliano parroco S. Marco Ev.
Luca Nannipieri critico e storico dell’arte, curatore

Alfiero Nena ha amato la verità e la pace perché ha amato la bellezza. E’ questo il suo messaggio perenne che rivolge a me e a tutti voi. Con queste parole terminava il corposo intervento del Cardinal Salvatore De Giorgi al convegno di studi presso l’Aula Magna dell’Università LUMSA di Roma il 25 maggio 2024, sull’arte del grande artista.
Il fulcro propulsore della giornata è stata la presentazione della monografia dal titolo: Alfiero Nena, opere scelte 1955-2020 curata dal critico d’arte Luca Nannipieri, con prefazione del Cardinal Angelo Comastri, Vicario Generale Emerito di Sua Santità per la Città del Vaticano, e del Vescovo Assessore del Santo Padre per la Vita Consacrata Daniele Libanori, pubblicata da Campisano editore. Con tanto di corredo di traduzione in lingua inglese curata dalla dott. Roberta Maria Amendola. La prestigiosa opera e la giornata di studi sono state promosse ed organizzate dal Centro Fidia – Museo Alfiero Nena e dagli eredi, al fine di dare nuova luce alla figura dello scultore Nena nato a Treviso nel 1933 e morto a Roma nel 2020 nel IV Municipio dove è vissuto per sessant’anni.

La giornata di studi, che si avvaleva del Patrocinio del Comune di Roma IV Municipio, ha preso le mosse con la presentazione commossa della figura dello scultore da parte di Luigi Matteo curatore dell’Archivio Nena seguita poi dall’intervento del Cardinale e Arcivescovo emerito di Palermo Salvatore De Giorgi.

Hanno quindi preso la parola Maurizio Rossi in sostituzione del presidente del IV Municipio del Comune di Roma Massimiliano Umberti, la prof Anna Paola Tantucci presidente dell’EIP Italia (Scuola Strumento di Pace) e Mons Renzo Giuliano parroco della Basilica di S. Marco in Roma e amico personale dello scomparso scultore.

È seguita la prolusione del critico e storico dell’arte Luca Nannipieri che ha curato la monografia pubblicata solo pochi giorni fa. Una lectio magistralis di cui si terrà contezza in avvenire parlando di Nena. Nella presentazione fatta all’Aula Magna dell’Università LUMSA il critico è stato guidato da alcuni concetti chiave, gli stessi che lo hanno spinto ad accettare la richiesta di Giorgio Nena a nome degli eredi, di trattare l’arte del grande scultore: i concetti di assenza, presenza, condivisione e partecipazione di popolo.
Ha esordito con riflessioni belle e importanti sul grande scultore scomparso come quella riportata nella prefazione dal Cardinal Angelo Comastri: “Nena è un vero teologo attraverso l’arte”. E Nannipieri ha voluto suffragare l’asserzione soffermandosi sul crocifisso astaurotico, senza croce del Cristo Lux mundi collocato dal 1990 nella basilica di S. Maria del Popolo. “…il legno della Croce scompare e diventa raggiera, ma i raggi di sole, della Resurrezione, non vengono dal cielo, ma dal basso, dal rocciame, irradiandosi verso l’alto. Nena rappresenta Cristo sia come testimone di vita mortale, sia come anelito alla vita immortale. Un Gesù carico della sua pena, ma con le mani e le braccia non vinte dal dolore, anzi alzate” (pag. 20 op. cit.).

Alla nostra cultura occidentale intrisa di arte sacra, abituata a vedere un Cristo in croce, Nena presenta un Cristo crocifisso e risorto insieme. Come a dire che la croce ce la lascia immaginare, come se ci fosse, ma il suo messaggio tende veloce alla resurrezione, senza la quale la nostra fede sarebbe vana come afferma senza esitazione Paolo di Tarso. Il Cristo lux mundi, nella sua perfezione formale vuole sottolineare che il Cristo, prototipo dell’uomo nuovo, non poteva essere che semplicemente “bello” come nella migliore tradizione canonica dell’iconografia cristiana. Non un Cristo da interpretare inseguendo correnti artistiche astruse. Quella statua, messa in una basilica-museo dove non entravano altre opere da duecento anni, non può essere una sperimentazione divisiva ma di condivisione completa. Abbiamo bisogno di quella immagine perché più è bella più ci aiuta al raggiungimento dell’invisibile. L’oratore si è soffermato poi su un’altra singolare riflessione. L’assenza della croce nel Lux mundi fa pensare ad altre assenze importanti. Sono le persone che mancano nell’opera in ferro “Deposizione” oggi conservata al Museo Tesoro di S. Pietro in Vaticano. Nena si sofferma unicamente sulla desolazione della figura del Cristo e ci lascia solo immaginare il compianto delle persone attorno a Lui come le Marie, Giuseppe d’Arimatea, Giovanni portando ad esempio l’immagine della deposizione del Duomo di Parma o di Vicopisano proiettata sul megaschermo. Eppure “… anche questa è un’opera corale anche se non si vedono le persone. L’artista le ha tolte e il risultato è efficacissimo perché non le vediamo quelle figure ma le sentiamo.E questo avviene perché abbiamo dentro di noi la ricchezza del patrimonio dell’arte sacra precedente.

Come nel caso della Madonna di Capri. Senza porsi alcun problema di ordine formale Nena ha interpretato la preghiera disperata del marinaio nel mare in burrasca che si rivolge alla Madonna del Soccorso. Quando questi la mattina parte in barca col mare difficile ma con i figli da sfamare si affida a Lei. Non è temerarietà, è fiducia, è fede nella Madonna del soccorso che non l’abbandonerà. E’ per lui che Nena ha scolpito una Madonna che nonostante la mole conserva tutta la sua bellezza di madre e la tenerezza verso il bimbo tra le braccia. “…Le madonne monumentali, le statue monumentali – ribadisce Nannipieri – per essere tali devono essere canoniche, non può esserci sperimentazione assoluta quando un’opera viene messa di riferimento per una colletti- vità. Questo, Nena l’ha capito benissimo; se avesse fatto un’opera divisiva non sarebbe stata un’opera di riferimento. In assenza del rispetto della tradizione del canone artistico l’opera non viene compresa o viene contestata; ce ne sono numerosi esempi. La Madonna di Nena crea compartecipazione, condivisione, non conflitto”. Come ampiamente attestato dalla mobilitazione del popolo di Capri venuto, il 1 agosto 1979, con i pullman alla benedizione della grande statua da parte di Papa Giovanni Paolo II in piazza San Pietro. E la stessa folla si riversa, un mese dopo, anche sulla cima di Monte Tiberio per la collocazione della statua percorrendo a piedi, giovani e anziani, un tratturo per nulla agevole che si inerpica fino ai ruderi di Villa Jovis per almeno ¾ d’ora.

Alfiero Nena (Treviso 7 ottobre 1933) è uno scultore italiano. Attivo fin da giovane, a poco più di 20 anni esegue il Monumento al Geniere (1956) collocato presso la Caserma Nicolai di Piacenza divenuto in seguito monumento nazionale (1964).

CONTATTI e INFORMAZIONI

Ass. Cult. “Nuovo Fidia” e Museo NENA
Via Edoardo D’Onofrio, 35 – 00155 ROMA.

Tel. 347 80 12 813